Il giorno dei Fazzoletti, la battaglia del Tesoro di San Gennaro

L’Antefatto

Il 22 gennaio 2016 il Ministero dell’Interno emana un decreto che, equiparando la Cappella del tesoro di San Gennaro a una fabbriceria (termine con cui si identifica un bene della Chiesa), fissa il termine di un anno per la approvazione del nuovo Statuto della Cappella.

Il provvedimento viene considerato un oggettivo pericolo per la salvaguardia della stessa Cappella quale ente laico e della Deputazione, l’organo che, per volere della Città di Napoli, l’amministra da sempre.

Sul piano giuridico, la Deputazione impugna il decreto, notificando un articolato ricorso al Ministero e alla Curia e nel contempo, sul piano diplomatico, avvia un delicato percorso per rappresentare a entrambi l’infondatezza della decisione e la necessità che la Cappella rimanga di proprietà esclusiva della Città

La partecipazione popolare

La città di Napoli si stringe intorno alla Deputazione e con essa i media di tutto il mondo che, nel riportare la notizia per più giorni, fanno quadrato con i deputati e l’istituzione.

In soli dieci giorni vengono raccolte oltre diecimila firme in una petizione popolare a sostegno dell’Ente e della sua laicità, ma la partecipazione più commovente è data dal movimento spontaneo di sabato 5 marzo: alle 15 circa, tremila persone si riuniscono innanzi il sagrato del Duomo per manifestare in favore della laicità della Cappella e sventolano ciascuno un fazzoletto bianco, ripetendo il segno che da secoli il Deputato di turno dà alla Città non appena il sangue del Patrono si scioglie.

La svolta

Il 23 aprile 2016 la Curia e la Deputazione sottoscrivono uno storico atto con il quale viene chiarita tra le parti la laicità della Cappella.

Il 30 aprile 2016, in occasione del “Miracolo di maggio” il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, incontra a Napoli la Deputazione e la Curia per sugellare l’intesa raggiunta.

Historic deed that declares the secularity of the Royal Chapel of the Treasury of San Gennaro. Present (starting from the left) Cardinal Sepe, the president of the Imperiali deputation and the vice president Carafa.