I Capolavori

Il Tesoro di San Gennaro ospita alcune delle più raffinate espressioni del barocco universale. Capolavori assoluti di architettura, arte e paesaggio si fondono alla contemporaneità in una combinazione perfetta di bellezza e maestosità.

La Mitra

Descrizione

La mitra è un capolavoro di oreficeria commissionata nel 1712 all’orafo Matteo Treglia, per ornare il busto di San Gennaro durante la processione di maggio. Realizzata in argento dorato, la mitra si ispira ai ricami su tessuto delle mitre vescovili e incorpora 3326 diamanti, 198 smeraldi e 168 rubini, con un peso totale di ben18 kg! Le pietre furono scelte per rappresentare le tre virtù teologali: diamanti per la fede, rubini per la carità e smeraldi per la speranza. Tra le gemme più notevoli vi sono un rubino di Ceylon chiamato “Lava del Vesuvio” e un diamante a goccia con un taglio brillante innovativo per l’epoca, il più costoso della composizione. Gli smeraldi colombiani più grandi portano i nomi dei membri della Deputazione. Il retro della mitra presenta due infule tempestati di gemme, con incise le immagini delle ampolle di San Gennaro, i nomi dei committenti e la dicitura “Matthaeus Treglia fieri curavit”, a indicare che l’opera fu il risultato del lavoro coordinato da Treglia con decine di altri maestri.

Anno di commissione

1710

Autori

Matteo Treglia

Materiali

Argento dorato

Gioielli incastonati

Diamanti, rubini e smeraldi

La Cappella

Descrizione

Nel 1527, in un periodo di grande sofferenza per Napoli, colpita da guerre, pestilenze ed eruzioni del Vesuvio, la città fece un voto a San Gennaro. In un atto di enorme fede promise di edificare una nuova e sontuosa Cappella per custodire le reliquie del Santo in cambio della fine delle calamità. San Gennaro ascoltò le preghiere del popolo e così iniziò la costruzione della Cappella del Tesoro. Il progetto architettonico fu affidato a Francesco Grimaldi, che ideò una cupola a doppia calotta. La Cappella del Tesoro di San Gennaro è uno scrigno del barocco napoletano, per decorarla furono chiamati del calibro del Domenichino, Giovanni Lanfranco, lo Spagnoletto, Giovan Domenico Vinaccia e Cosimo Fanzago. Nella cassaforte dietro l’altare maggiore sono conservate le ampolle con il Sangue di San Gennaro, tre volte l’anno viene celebrato il prodigio della liquefazione del Sangue, un evento di profonda devozione popolare.

Anno di commissione

1527

Autori

Domenichino, De Ribera, Lanfranco etc, etc.

Materiali

Vari

Funzione

Ex voto contro terremoti, guerre e carestie

Le statue d'argento

Descrizione

Il Tesoro di San Gennaro a Napoli custodisce una collezione straordinaria di manufatti in argento, testimonianza dell’eccellenza dell’oreficeria napoletana. La Cappella vanta la più grande raccolta al mondo di busti in argento, con 54 effigi che rappresentano i 53 compatroni di Napoli e la Vergine Maria.  Tra i pezzi più significativi spicca il busto reliquiario di San Gennaro, una commissione di Carlo II d’Angiò risalente al 1304. Inizialmente conservato nella piccola cappella del Tesoro Vecchio, fu poi trasferito nel 1646 nella nuova Cappella di San Gennaro, insieme alle statue dei primi sei compatroni. Oggi, durante la processione di maggio, il busto è impreziosito da una magnifica collana, donata dalla famiglia Spera nel 1704. Gli orafi napoletani, maestri della loro arte, realizzarono questi capolavori avvalendosi della collaborazione dei migliori artisti dell’epoca: pittori per i bozzetti preparatori, scultori per i calchi e orafi esperti per l’assemblaggio finale. La collezione annovera anche le imponenti statue d’argento dei santi protettori.

Anno di commissione

Prima testimonianza 1304​

Autori

Vari

Materiali

Argento e oro

Funzione

Reliquiari

La Collana

Descrizione

La Collana di San Gennaro è un oggetto di valore inestimabile, che narra 250 anni di storia europea a Napoli. La fascia superiore, composta da tredici maglie d’oro, fu commissionata dalla Deputazione a Michele Dato nel 1679. Il suo scopo era adornare il busto del Santo durante le processioni. Nei decenni successivi la collana si è arricchita dei doni di Re, regine, nobili e devoti che hanno voluto omaggiare il santo: Carlo di Borbone Carlo III e sua moglie Maria Amalia di Sassonia, Francesco I di Borbone, Maria Carolina d’Austria, Vittorio Emanuele II di Savoia e Giuseppe Bonaparte.

Anno di commissione

1679

Autori

Michele Dato e altri

Materiali

Argento e oro

Gioielli incastonati

Diamanti, smeraldi

«In questo borgo operava il magnifico Matteo Treglia, artefice di opere mirabili di arte orafa, che sapeva coniugare inventiva, destrezza tecnica e sapienza artigiana.»

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